Scritto e diretto e interpretato da DUCCIO CAMERINI, traduzione di GIANNI LOMBARDO RADICE
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"Rileggere Shakespeare, appuntamento costante per il teatro, ma quando a farlo e' Duccio Camerini ci si poteva aspettare una sterzata interna. Shakespeare e Camerini e' combinazione di narrazione e poesia, quotidianita' e il sogno che ce la fa sopportare. ... con la recitazione a perdifiato che caratterizza il teatro di Duccio, narrante e palpitante". - Rossella Battisti, L'UNITA'
"bellissimo monologo di Duccio Camerini che mette in scena come una tragedia contemporanea l'unico testo di Shakespeare a non essere mai andato in palcoscenico. Il risultato tangibile di una rappresentazione riuscita? Che appena tornati a casa dal teatro si corra a rileggere un testo disimparato". - Paola Polidoro, IL MESSAGGERO
"Spettacolo sui desideri che nessuno riesce mai ad appagare, sull'arte e apparenza delle cose, sulla fragilita' umana, su tutti noi. Certi, noi, di aver ascoltato l'inaudito, l'inudibile. Che e' tutto. Che e' raro". - Rodolfo Di Giammarco, LA REPUBBLICA "Se amate Shakespeare, se credete che le sue parole posseggano quella risonanza universale capace di trovare eco in ogni luogo e in ogni tempo, allora non perdete i Sonetti di Shakespeare. Si tratta di un monologo felicemente sospeso tra racconto e poesia, concretezza e astrazione, vita comune e afflato simbolico". - Laura Novelli, IL GIORNALE
"Un intreccio di poesia, passione, ossessione che si riverbera in un racconto pieno di enigmi" - Emilia Costantini, CORRIERRE DELLA SERA
"Duccio Camerini si muove in una scenografia essenziale, fra rose appassite, fogli appallottolati e sapienti giochi di luce - che regalano atmosfere ora piu' intime, ora piu' limpide - sostenendo il filo conduttore di una narrazione a intarsi, intrisa di pathos e di emozione". - Tiberia de Matteis, IL TEMPO
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