anteprima spettacolo

 

 

Archivio Stagioni

 

Pigreco News

21 03 2024

LE SERVE di J.Genet regia Veronica Cruciani, con EVA ROBIN'S, BEATRICE VECCHIONE, MATILDE VIGNA. Trieste (TS) – Teatro Orazio Bobbio, dal 21 al 24 marzo 2024

 
19 03 2024

LETIZIA VA ALLA GUERRA con AGNESE FALLONGO e TIZIANO CAPUTO, Milano - Teatro Franco Parenti, dal 19 al 24 marzo 2024

 
27 02 2024

LE SERVE di Jean Genet, regia VERONICA CRUCIANI, con EVA ROBIN'S, BEATRICE VECCHIONE, MATILDE VIGNA. Teatro Gobetti - Torino dal 27 febbraio al 3 marzo

 
15 02 2024

REMO GIRONE sarà in tournée in Sardegna con lo spettacolo IL CACCIATORE DI NAZISTI.
Carbonia (SU) - Teatro Centrale, 18 febbraio 2024.
Lanusei (SS) - Teatro Tonio Dei, 17 febbraio 2024.
Oristano - Teatro Garau, 16 febbraio 2024.
Teampio Pausania (SS) - Teatro del Carmine, 15 febbraio 2024

 
10 02 2024

MA NON AVEVAMO DETTO PER SEMPRE? testo di TIZIANA FOSCHI, regia di ANTONIO PISU, con ANTONIO CATANIA e TIZIANA FOSCHI. Prima Nazionale 10 e 11 febbraio Teatro di Tor Bella Monaca - Roma

 
01 02 2024

LE SERVE di Jean Genet, regia VERONICA CRUCIANI, con EVA ROBIN'S, BEATRICE VECCHIONE, MATILDE VIGNA. Prima Nazionale Teatro Arena del Sole - Bologna dal 1 al 4 febbraio

 
23 01 2024

IL CACCIATORE DI NAZISTI con REMO GIRONE. Dal 23 al 28 gennaio Teatro Franco Parenti - Milano

 
19 01 2024

IL CACCIATORE DI NAZISTI con REMO GIRONE. Dal 19 al 21 gennaio Teatro Comunale di Ferrara

 
11 01 2024

IL CACCIATORE DI NAZISTI con REMO GIRONE. Giovedì 11 gennaio Teatro Fraschini - Pavia e venerdì 12 gennaio Teatro Sociale di Stradella (PV)

 
09 01 2024

LETIZIA VA ALLA GUERRA. La sposa, la suora e la puttana. Con AGNESE & TIZIANO dal 9 al 13 gennaio al Teatro Basilica di Roma

 
28 12 2023

IL PIACERE DELL'ATTESA di MICHELE LA GINESTRA, regia di NICOLA PISTOIA, con MICHELE LA GINESTRA, FEDERICA DE BENEDITTIS, FRANCESCO STELLA. Dal 28 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024 Teatro 7 Off - Roma

 
23 11 2023

FINO ALLE STELLE. Scalata in musica lungo lo stivale. Testo di AGNESE FALLONGO, regia RAFFAELE LATAGLIATA, con TIZIANO CAPUTO e AGNESE FALLONGO. Teatro Manzoni - Roma. In scena fino al 10 dicembre

 
17 11 2023

TENENTE COLOMBO - Analisi di un omicidio di Richard Levinson & William Link, traduzione e adattamento di David Conati, regia MARCELLO COTUGNO, con GIANLUCA RAMAZZOTTI, PIETRO BONTEMPO, SAMUELA SARDO, SARA RICCI e con la partecipazione di NINI SALERNO. Teatro di Tor Bella Monaca - Roma, in scena fino a domenica 20 novembre 

 
10 10 2023

BENJI - ADULT CHILD, DEAD CHILD di CLAIRE DOWIE, traduzione Anna Parnanzini e Maggie Rose, regia PIERPAOLO SEPE, con CHIARA TOMARELLI. Teatro Cometa Off - Roma. In scena fino al 15 ottobre

 
09 08 2023

TENENTE COLOMBO - Analisi di un omicidio di Richard Levinson & William Link, traduzione e adattamento di David Conati, regia MARCELLO COTUGNO, con GIANLUCA RAMAZZOTTI, PIETRO BONTEMPO, SAMUELA SARDO, SARA RICCI e con la partecipazione di NINI SALERNO. Prima Nazionale Festival di Borgio Verezzi 9, 10 e 11 agosto

 
 

 
Mistero Buffo - Rassegna Stampa

di Dario Fo, regia DARIO FO, con MARIO PIROVANO. Produzione TE.MA.

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L’ITALOEUROPEO,   26 Settembre 2010 

LONDON : Mario Pirovano enchants the British
‘…Needless to say that the acting, has been wonderful, the skill of passing from one dialect to another one has been incredible and the mimic during the performance has been flawless.
Everyone who attended this extraordinary  evening really enjoyed it.
A great occasion to see this excellent artist that embodies Dario Fo’s spirit perfectly, a huge privilege to have him here for this tour. ’      Cristina Polizzi


IL GIORNALE DI VICENZA
01 Febbraio 2010
PIROVANO,  DI FO INCARNA ANCHE LO SPIRITO 

TEATRO. Al Remondini di Bassano come nella palazzina Liberty di Milano negli anni Settanta…
Emulo del premio Nobel, l’attore presenta il “Mistero buffo” seguendo le tracce del maestro anche nel prologo alle giullarate.
BASSANO. “Chissà quanta gente in questo fine settimana sarà andata al cinema a vedere ‘Avatar’ in 3D, indossando occhiali speciali e facendo da cavia all’ultima diavoleria tecnologica che tenta di rendere lo schermo ancora più simile alla realtà. Ma, viene da dire, se il mondo è già di suo in tre dimensioni, che senso ha uno sforzo così titanico per riprodurre a fatica quello che ogni teatro offre fin dall’inizio dei tempi? Il ragionamento tradisce l’handicap generazionale di chi lo formula ma trova precisa conferma quando si passano due ore di puro divertimento davanti a un attore che da solo, su un palcoscenico completamente vuoto, senza costumi e senza l’accompagnamento di un filo di musica, intrattiene la platea con un semplice racconto.
Uno degli esempi più lampanti di come basti un attore bravo per riempire anche la scena più spoglia lo ha offerto Mario Pirovano presentando al teatro Remondini di Bassano il “Mistero buffo” di Dario Fo. Emulo del premio Nobel di Luino, Pirovano segue le tracce del maestro non solo nella rappresentazione delle antiche giullarate medioevali ma anche nel prologo che le annuncia, un piccolo sermone che Dario Fo riempiva di ardenti contenuti politici e che il suo mite epigono stempera in una chiacchierata confidenziale con gli spettatori.
Mario Pirovano incarna alla perfezione lo spirito di Dario Fo, ne ripete gesti e suoni con una tale fedeltà all’originale che a tratti sembra di trovarsi non al Remondini di Bassano ma nella Palazzina Liberty di Milano alla fine degli anni Sessanta, quando il teatro di Dario Fo e Franca Rame era un avamposto di cultura alternativa e di lotta politica senza quartiere. I tempi sono cambiati – in meglio o in peggio non si sa – e Pirovano ha l’accortezza di evitare richiami nostalgici a una stagione che ormai ha fatto il suo tempo…
E i monologhi di Fo conservano tutta la loro forza anche in tempi non proprio entusiasmanti come quelli che stiamo vivendo.”
Lino Zonin 


L’ ECO DI BERGAMO
15 Febbraio 2009
MARIO PIROVANO COMMOVENTE CON IL FO DA NOBEL  

“Mario Pirovano, detto ingiustamente “il clone”. Più corretto sarebbe chiamarlo “l’allievo”, e sottolineare come la sua sincerità e la fiducia nella forza del teatro siano autentiche. Più che in tanti attori che hanno frequentato celebri scuole e maestri. Uscendo dall’oscurità: Pirovano non è Dario Fo, ma ne interpreta gli spettacoli con commovente ed efficace fedeltà. (…)
Pirovano riprende le opere del suo maestro con reverente precisione. (…). La fedeltà di Pirovano, autodidatta che si è scoperto attore nella maniera più bella, per ammirazione, per dedizione e in un certo senso per conversione, giova allo spettacolo. Che si scopre forte anche senza la forza eccezionale di Fo. Efficace, anche senza il suo carisma. Profondo, anche senza la sua tranciante autorevolezza.”
Pier Giorgio Nosari 


TEATROTEATRO.IT
Aprile 2008
IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO RIPROPOSTO DAL SUO PIU’ FEDELE INTERPRETE 

“Mario Pirovano appartiene alla ormai rara categoria degli attori che prestano la loro capacità di tenere la scena non a propri, più o meno validi progetti, ma al perpetuamento di una tradizione.
Rivederlo portare sul palcoscenico quattro delle innumerevoli parti di cui è composto il Mistero buffo di Dario Fo fa immediatamente pensare a Ferruccio Soleri senza il quale Arlecchino non sembra pensabile, ma che a sua volta ha ricevuto il testimone da chi lo aveva preceduto.
Pirovano è anche in questo un attore generoso così come lo è nell’offrire anche la propria fatica fisica (il Mistero non è uno spettacolo leggero dal punto di vista dell’impegno che richiede a chi sta in scena) al pubblico giovane che affolla le sale nelle recite pomeridiane.
La sua fisicità e le grandi doti di mimo gli consentono di riproporre Fo non limitandosi a copiarne gesti ed espressioni. Se le introduzioni ai brani non hanno la brillantezza propria del Maestro, la messa in scena invece ne porta avanti l’insegnamento aggiungendovi piccoli ma significativi tocchi di originalità.
Si tratta di una sensibilità rara che mostra e dimostra come si possano riproporre testi marcati da una forte personalità come quella del Premio Nobel inserendovi la propria dote di cesellatore di sentimenti ed espressioni.
E’ quanto Mario Pirovano fa e sa fare.”
Giancarlo Zappoli 


NOTTI DA LEON
Aprile 2008
IL MISTERO È BUFFO  

Mario Pirovano non stravolge né rispetta alla lettera il testo originale, ma comunque la sua forza non è attenuata… La sua sapienza giullaresca fa rivivere l’opera in una nuova veste e ne esalta la potenza espressiva. Mistero buffo non è solo Dario Fo, la grandezza è provata da come possono rivivere quelle parole anche senza il loro creatore..
Padrone della scena, il suo gesto, il suo dire non possono avere la stessa potenza espressiva di Dario Fo: egli opta per un tocco più leggero, come se non incarnasse solo il testo ma ne fosse anche il traduttore, colui che lo spiega.
La sua mimica è efficace, comica e leggera. Ogni rappresentazione popolare è inframmezzata da un piccolo monologo, dove il comico sembra dialogare con il pubblico, lo avvicina come si trattasse di un colloquio intimo, tesse con sarcasmo e ironia un discorso vivo nella nostra contemporaneità più breve…
Non è solo tempo di ridere, ma di riflettere. La Chiesa e le sue ipocrisie, le nostre ipocrisie ci vengono spiegate sorridendo, ma nessuno di noi può sfuggire al proprio tempo e alla propria cultura, l’unica via possibile è esserne testimoni coscienti. Mario Pirovano è riuscito a creare senza il supporto di alcun scenario né musica due ore di autentico teatro, grazie alla sua forza di grande affabulatore legato al passato, attento al presente e con un occhio verso il futuro.”
Anna Vallarino 


PUNTOELINEA MAGAZINE
29 Marzo 2008
MISTERO BUFFO  

“Un giullare, venuto da molto lontano, un affabulatore che ci avvince e ci dispiega innanzi un teatro di strada, di parola –sacro e profano miscelati insieme-; che ci dà da masticare pane quotidiano che si mangia con la fame atavica dei tempi andati; che ci fa compiere traversate per porti e mari attingendo all’acqua delle diverse lingue; che ci fa ridere e ci dà scossoni al cuore, con l’olio grasso dell’invettiva e della satira grottesca e dell’espressione colorita e forte…
L’idioma è magma è humus della terra è impasto cromatico a tinte dense: è il “grammelot” (termine di origine francese), una “lingua” originale parlata proprio dai giullari, che congloba in sé e miscela suoni e parole di lingue differenti.
Sulla scena Mario Pirovano in uno scioglilingua che diventa Arte; cui fanno eco mimica gestualità e funambolismo a un livello istrionico da far scuola. Applausi!
Paola Raimondi 


REDAZIONETEATRIMILANO.IT
28 Marzo 2008
DA ALLIEVO DI DARIO FO A GRANDE AFFABULATORE: MARIO PIROVANO AL TEATRO CARCANO DI MILANO 

“Si presenta in scena vestito come Dario Fo, golf blu e pantaloni scuri e sobri, si muove come il premio Nobel, parla come lui e, a prima vista, anche il dentista sembra lo stesso.
Mario Pirovano, al Teatro Carcano di Milano, dimostra chiaramente di seguire con una tecnica invidiabile le orme del suo maestro, mettendo in scena “Mistero buffo”.
(…) Pirovano riesce a rendere senza ombra di dubbio il senso dell’opera di Fo, pur restando fin troppo legato alla tecnica del suo mentore. Ma certamente il talento non gli manca e il pubblico, composto da giovani e meno giovani, appare in visibilio dinanzi alle profane rappresentazioni rese con ottima affabulazione e una tecnica mimica sconosciuta ai più.”
Maddalena Peluso 


BABILONIA
20 Marzo 2008
MARIO PIROVANO IN “MISTERO BUFFO” DI DARIO FO, AL TEATRO CARCANO DI MILANO 

“Se fingi di non conoscere il talento di Mario Pirovano, se per un attimo eviti che la memoria vada ai suoi celeberrimi “Johan Padan” e “Lu santo jullare Francesco” e se per qualche istante cerchi di non ripensare a quella sua comicità che profuma così tanto piacevolmente di medioevo popolare, ti siedi in sala e ti chiedi chi sia mai quel pazzo che osa cimentarsi con il repertorio del nostro Nobel Dario Fo. Già, perchè non è un teatro che facilmente si separa dal suo creatore, non si può veder recitare un testo di Fo senza volere, quasi pretendere di intravedervi in filigrana Fo in persona che recita, si dimena, si appassiona sul palco.
Il trionfo meritato di Pirovano sta in questo: con lui sul palco, non rimpiangi né cerchi Dario Fo. Un po’ si assomigliano a dire il vero, «sono cresciuto nella compagnia del maestro e inevitabilmente ho imparato a recitare come lui» ci tiene a sottolineare quasi per giustificarsi. Eppure la somiglianza di carattere e temperamento recitativo non è che il contorno di un piatto ben succulento e goloso che Pirovano serve ben caldo al suo pubblico. Recitazione pura, una scenografia vuota nel senso più assoluto, niente oggetti, niente luci, niente colori, niente musiche. Solo la parola. E il teatro di ispirazione medioevale.
Di fronte ad attori fragili e talvolta eccessivamente “televisivi”, per i quali il contesto è necessario a sostenere una sostanza altrimenti zoppicante, Pirovano riporta sul palcoscenico l’arte teatrale che fu. “ 


TEATRO:ORG
19 Marzo 2008 

“Quanto più espressiva è la gestualità del corpo tanto più lo spettacolo raggiunge il suo scopo ed è quanto riesce a fare lo straordinario Mario Pirovano che dal 1983 collabora per un caso della vita agli spettacoli di Dario Fo fino a seguirne con successo le orme grazie a una grinta di affabulatore del tutto personale e creativa e a una mimica superba. E riesce a incantare gli spettatori dialogando direttamente, instaurando una sorta di filo diretto con ciascuno che si sente interlocutore privilegiato quasi non esistessero gli altri.
Nasce dalla sua capacità creativa una molteplicità di personaggi che si muovono, raccontano, vivono coinvolgendo con l’eleganza del loro entrare sulla scena arrivando dritti nell’animo di chi guarda con meraviglia divertita e scanzonata le quattro giullarate organizzate in due tempi (…) E il tempo scorre veloce coinvolti da un mattatore serio, appassionato quasi si trattasse sempre delle prima recitazione e capace da solo di riempire la scena muovendosi con eleganza e scatto elastico.”
Wanda Castelnuovo 


BRESCIAOGGI
25 Gennaio 2008
MARIO PIROVANO SULLE ORME DI FO 

“ «Mistero Buffo» è diventato un classico del teatro del Novecento e Dario Fo un Premio Nobel. A riproporlo al Teatro Sociale per la stagione di “Altri percorsi” è venuto Mario Pirovano, un attore cresciuto alla scuola di Dario Fo che oggi va portando in giro per il mondo i testi del suo Maestro. Lo fa senza cedimenti nostalgici, ma con profondo rispetto della idea di teatro che era di Fo, assumendone in toto la gestualità, l’espressione, lo stile ed anche l’impegno di militanza che si traduce oggi nella richiesta al pubblico di aderire alla raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare, volta ad allentare dal nostro territorio nazionale gli ordigni nucleari.
Pirovano ha proposto quattro brani, i più celebri di «Mistero Buffo», commentandoli con grandi doti di affabulatore che sa intrattenere e divertire il pubblico a volte con riflessioni sulla storia, a volte con ironici richiami all’attualità che in questi giorni di spunti tragicomici ne sta offrendo parecchi. Lo spettacolo funziona, il pubblico si diverte, ride ed applaude.“ 

 F.D.L. 


GIORNALE DI BRESCIA
24 Gennaio 2008
QUEL «MISTERO» È BUFFO  

“(…) Pirovano non ha la struttura fisica di Fo, né la sua potenza espressiva nella recitazione. Il suo gesto, il suo dire, è più leggero, suggerisce e pennella anziché scolpire. Il risultato è comunque piacevole. Egli ha col testo di Fo il rapporto che Benigni ha con Dante: tende a spiegarlo, a chiosarlo, per far sentire il latino che sta sotto i dialetti che compongono il famoso grammelot. (…)
Magistrale la resa dei 3 Magi scompagnati, un’armata Brancaleone al seguito della cometa.”
Paola Carmignani 


QUOTIDIANO ON LINE DI SASSARI E PROVINCIA
11 Gennaio 2008
SUCCESSO AL VERDI PER MARIO PIROVANO E IL SUO MISTERO BUFFO 

“Tenere sulla corda un pubblico curioso e selezionato per circa tre ore, con monologhi vincenti e scenografie inesistenti, è impresa talmente improbabile da non essere quasi mai segnalata nelle cronache degli spettacoli. Se poi il lavoro teatrale è “un’opera buffa” derivata dalla prosa extra radicale, portata avanti da sciolti irriducibili della contestazione anni ’70, l’impresa nostalgica, è persa già in partenza.
Al Teatro Verdi si riparte dalle origini ed il successo è vivo e ben incoraggiante con la straordinaria interpretazione di Mario Pirovano nel Mistero Buffo del suo maestro Dario Fo. Autentico one man show, secondo il gergo ricorrente dei monologhi comici o dell’ultima scuola nazionale di cabaret post Zelig….
La maratona orale di Pirovano
saluta la mezzanotte, dopo la narrazione delle quattro “giullarate” divise in due tempi. Assume i tempi di una farsa popolare condita da una fisicità ed una mimica eccezionale dell’attore che ne esalta i momenti ilari….
“ E’ un teatro di parte –afferma Pirovano– un teatro schierato che contenta una parte e ne scontenta un’altra. Il Teatro deve rappresentare una certa indignazione. Se perde questo dna o lo trascura per convenienze, svicola dalla sua funzione e assistiamo alla sua fine.”
Luigi Coppola 


IL GIORNALE DI VOGHERA
26 Ottobre 2007
ORIGINALE ESIBIZIONE DI MARIO PIROVANO AL TEATRO S.ROCCO – RIVISSUTA LA FARSA DEL GIULLARE MEDIEVALE 

“Nessuno scenario particolare, o strani giochi di luce, o espedienti tipici del teatro: lo spettatore di “Mistero Buffo” di Dario Fo, per la regia e l’interpretazione di Mario Pirovano, ha assistito ad uno spettacolo di quelli “poveri” della tradizione giullaresca medioevale che si rappresentavano all’aperto, in strada o nelle piazze, a volte all’interno delle chiese. Basato solo sulla narrazione non avevano bisogno neppure di costumi: l’attore era “vestito” della sua fantasia, dell’abilità mimica e di parola.
Pirovano ha usato con perizia il corpo e la voce dando vivacità a storie ritenute per secoli blasfeme, mentre in realtà “viaggiavano” insieme ai misteri sacri: storie dal tono grottesco, provocatorio, mantenute sempre un aggancio con la realtà e i fatti di cronaca.
Bravo ad improvvisare, addirittura a reinventare suoni e gesti, teneva sempre vivo l’interesse e il divertimento. Il prologo iniziale, le spiegazioni propedeutiche ad ogni racconto facevano parte del gioco clownesco che si realizzava superbamente nelle quattro giullarate inquadrate storicamente e culturalmente. Gli occhi di Pirovano erano una calamita, come il viso, le mani, le gambe, tutto il corpo, padrone con la voce del tempo di scena, giocatore di una situazione ironico-grottesca.
Piaceva al pubblico quel buffone-clown nel suo interagire con la platea, saltellante, piroettante, contorsionista del corpo e dalla risata seduttiva che contribuiva a portare al fulcro della rappresentazione alla ricerca di un messaggio non sempre facile, non sempre logico. Offriva materiale storico, a supporto della credibilità del tema, lasciando libertà di pensarlo inventato.”
Bruno Spalla Lozza 


CONTROVOCE – CANALE MONTERANO
23 Dicembre 2006
NEL “MISTERO BUFFO” DI DARIO FO, INTERPRETATO DA MARIO PIROVANO, RIVIVE LA FARSA DEL GIULLARE MEDIEVALE 

“(… ) in una forma personale, non semplicemente pedissequa del suo Maestro, ma forgiata dal suo talento e dalla sua capacità istrionica.”
Annarita Stella 


IL TRENTINO
30 Agosto 2006
CON «MISTERO BUFFO» PIROVANO INCANTA I PROFESSORI DI CIBERNETICA 

“Il Pubblico era in buona parte composto da ricercatori e professori provenienti da tutta Europa per la Conferenza Europea sull’Intelligenza Artificiale, e perciò è stato recitato e presentato in inglese: ma grazie alla verve mimica di Mario Pirovano e alla plasticità linguistica del grammelot, che è un po’ la versione grottesca del linguaggio, non è stato troppo difficile seguirlo anche per chi era digiuno di inglese. L’attore ha spiegato come la parola “Mistero” del titolo sia in rapporto con i Misteri della Chiesa Cattolica e come quello di Fo sia uno spettacolo che esprime la vitalità della cultura giullaresca in opposizione dialettica con quella accademica e istituzionale. Un momento di svago d’alto livello per scienziati e non, e forse anche un omaggio a una scienza tutto sommato eccentrica come l’intelligenza artificiale: in fondo una lingua come il grammelot, altamente intuitiva e anarchica, può essere un affascinante motivo di riflessione per chi si occupa dei meccanismi dell’intelligenza.”
C.C. 


CORRIERE DELLA SERA
9 Aprile 2006
IL GRAMMELOT DI PIROVANO (FIGLIO DI FO)  

“Percorso irriverente tra vangeli apocrifi e testi medioevali, affresco sulla vita, sui miracoli e sulla morte di Cristo raccontati dalla parte degli umili, Mistero Buffo di Dario Fo è un’opera straordinaria.
Ora Mistero Buffo è portato in scena, in alcune parti, dal bravo Mario Pirovano, attore della ‹‹famiglia artistica» del Premio Nobel, ‹‹figlio» del suo mondo e modo espressivo che sul palcoscenico spoglio dà vita ai molti personaggi.
E Mario Pirovano con semplicità dimostra di essere uno di quei giullari che erano parte del popolo e al popolo si rivolgevano con la forza della loro provocazione per intrattenerlo, divertirlo e, perché no, farlo pensare.
Magda Poli 


LA REPUBBLICA
9 Aprile 2006
MISTERO BUFFO RINASCE CON PIROVANO 

 “In Mistero Buffo Dario Fo sovrapponendo racconti su racconti, comicità e serietà, cultura alta e cultura bassa, ricostruisce una storia millenaria dalla parte dei deboli e dei ribelli.
Nel fare questo c’è una duplice trovata: da un lato l’aver attinto dai Vangeli apocrifi storie popolari raccontate sotto un’altra luce e dall’altra l’invenzione geniale del grammelot, la lingua inventata di sapore arcaico fatta di articolazione linguistiche e mimiche, con una diretta ispirazione alle forme del teatro medievale popolare e praticamente incarnata all’attore-Dario Fo, al suo modo di parlare e di muoversi. Così almeno sembrava. Perché è una vera sorpresa vedere Mistero Buffo riproposto ora da Mario Pirovano al Carcano.
Il risultato è che in scena si vede un attore che ha i gesti, i toni, le movenze, perfino le pause e il modo di ridere del maestro. Certo non è lui, ma è ugualmente affascinante, perché ti dà la sensazione che non tutto il teatro va perduto.”
Anna Bandettini 


ECO DI BERGAMO
2 Novembre 2004
IL VOLTO DI PIROVANO, LA VITALITÀ DI FO.  IN «JOHAN PADAN» E «MISTERO BUFFO» L’ATTORE HA DIMOSTRATO DI ESSERE DEGNO INTERPRETE DEL MAESTRO 

“(…) Pirovano è la prova della vitalità di Fo come autore, oltre che come splendido interprete (…).” 


IL RESTO DEL CARLINO
24 luglio 2002
TEATRO A FERRARA: DIVERTITO E COMMOSSO IL NUMEROSO PUBBLICO.  “MISTERO” A UNA SOLA VOCE CON PIROVANO MATTATORE NEL CAPOLAVORO DI DARIO FO. 

” (…) La verve e la mimica di Pirovano , non hanno fatto mai rimpiangere gli assolo dell’autore.”
Riccardo Roversi 


LA NUOVA FERRARA
24 luglio 2002
IL MISTERO BUFFO DI UN GIULLARE. UNA SERATA DAVVERO UNICA PER GLI SPETTATORI: MARIO PIROVANO HA INCANTATO IL PUBBLICO. 

Sul palco il sensazionale Mario Pirovano (…) in un crescendo di mimica, gesti, voci e dialetti, (…) Pirovano parla del presente e del possibile futuro con l’amarezza del disincanto e con la presa di coscienza dell’universalità degli errori umani. (…) Pirovano è giullare e saltimbanco, mimo ed istrione, in una variazione continua di registro linguistico.”
Mario Govoni