anteprima spettacolo

 

 

Archivio Stagioni

 

Pigreco News

21 03 2024

LE SERVE di J.Genet regia Veronica Cruciani, con EVA ROBIN'S, BEATRICE VECCHIONE, MATILDE VIGNA. Trieste (TS) – Teatro Orazio Bobbio, dal 21 al 24 marzo 2024

 
19 03 2024

LETIZIA VA ALLA GUERRA con AGNESE FALLONGO e TIZIANO CAPUTO, Milano - Teatro Franco Parenti, dal 19 al 24 marzo 2024

 
27 02 2024

LE SERVE di Jean Genet, regia VERONICA CRUCIANI, con EVA ROBIN'S, BEATRICE VECCHIONE, MATILDE VIGNA. Teatro Gobetti - Torino dal 27 febbraio al 3 marzo

 
15 02 2024

REMO GIRONE sarà in tournée in Sardegna con lo spettacolo IL CACCIATORE DI NAZISTI.
Carbonia (SU) - Teatro Centrale, 18 febbraio 2024.
Lanusei (SS) - Teatro Tonio Dei, 17 febbraio 2024.
Oristano - Teatro Garau, 16 febbraio 2024.
Teampio Pausania (SS) - Teatro del Carmine, 15 febbraio 2024

 
10 02 2024

MA NON AVEVAMO DETTO PER SEMPRE? testo di TIZIANA FOSCHI, regia di ANTONIO PISU, con ANTONIO CATANIA e TIZIANA FOSCHI. Prima Nazionale 10 e 11 febbraio Teatro di Tor Bella Monaca - Roma

 
01 02 2024

LE SERVE di Jean Genet, regia VERONICA CRUCIANI, con EVA ROBIN'S, BEATRICE VECCHIONE, MATILDE VIGNA. Prima Nazionale Teatro Arena del Sole - Bologna dal 1 al 4 febbraio

 
23 01 2024

IL CACCIATORE DI NAZISTI con REMO GIRONE. Dal 23 al 28 gennaio Teatro Franco Parenti - Milano

 
19 01 2024

IL CACCIATORE DI NAZISTI con REMO GIRONE. Dal 19 al 21 gennaio Teatro Comunale di Ferrara

 
11 01 2024

IL CACCIATORE DI NAZISTI con REMO GIRONE. Giovedì 11 gennaio Teatro Fraschini - Pavia e venerdì 12 gennaio Teatro Sociale di Stradella (PV)

 
09 01 2024

LETIZIA VA ALLA GUERRA. La sposa, la suora e la puttana. Con AGNESE & TIZIANO dal 9 al 13 gennaio al Teatro Basilica di Roma

 
28 12 2023

IL PIACERE DELL'ATTESA di MICHELE LA GINESTRA, regia di NICOLA PISTOIA, con MICHELE LA GINESTRA, FEDERICA DE BENEDITTIS, FRANCESCO STELLA. Dal 28 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024 Teatro 7 Off - Roma

 
23 11 2023

FINO ALLE STELLE. Scalata in musica lungo lo stivale. Testo di AGNESE FALLONGO, regia RAFFAELE LATAGLIATA, con TIZIANO CAPUTO e AGNESE FALLONGO. Teatro Manzoni - Roma. In scena fino al 10 dicembre

 
17 11 2023

TENENTE COLOMBO - Analisi di un omicidio di Richard Levinson & William Link, traduzione e adattamento di David Conati, regia MARCELLO COTUGNO, con GIANLUCA RAMAZZOTTI, PIETRO BONTEMPO, SAMUELA SARDO, SARA RICCI e con la partecipazione di NINI SALERNO. Teatro di Tor Bella Monaca - Roma, in scena fino a domenica 20 novembre 

 
10 10 2023

BENJI - ADULT CHILD, DEAD CHILD di CLAIRE DOWIE, traduzione Anna Parnanzini e Maggie Rose, regia PIERPAOLO SEPE, con CHIARA TOMARELLI. Teatro Cometa Off - Roma. In scena fino al 15 ottobre

 
09 08 2023

TENENTE COLOMBO - Analisi di un omicidio di Richard Levinson & William Link, traduzione e adattamento di David Conati, regia MARCELLO COTUGNO, con GIANLUCA RAMAZZOTTI, PIETRO BONTEMPO, SAMUELA SARDO, SARA RICCI e con la partecipazione di NINI SALERNO. Prima Nazionale Festival di Borgio Verezzi 9, 10 e 11 agosto

 
 

 
Satyricon - Rassegna Stampa

ideato e diretto da Massimo Verdastro. Spettacolo in cinque capitoli dal Satyricon di Petronio. Con Massimo Verdastro, Alessandro Schiavo, Luigi Pisani, Giuseppe Sangiorgi, Andrea Macaluso, Marco De Gaudio, Giovanni Dispenza, Valentina Grasso, Tamara Balducci, Giusi Merli e con la partecipazione di Silvio Benedetto, Francesca Della Monica, Charlotte Delaporte, Anna Moroni. Scene e costumi Stefania Battaglia. Produzione Verdastro / Della Monica e TSI la Fabbrica dell'Attore.

TournéeScheda Artistica | Scheda Tecnica | Rassegna Stampa | Foto 

 

RECENSIONI

(Estratti)

 

LA BELLA BABELE DEL SATYRICON NELLA MARATONA DI MASSIMO VERDASTRO

“La trasformistica e contemporanea Babele di scritture, stili, frammenti, idiomi, e sfrenatezze, e illusioni, che s' affollano nell' encomiabile Satyricon ideato e diretto da Massimo Verdastro ha una sua rarità di impegno culturale e produttivo, e di pluralismo di drammaturgie e di attori (dieci). Il compendio, visibile al Vascello, è una gran maratona di singolari pezzi facili (e "non") che rappresentano approcci affascinanti o accorati all' edonismo letterario di Petronio. Dallo sberleffo da galleria d' arte de "La Pinacoteca di Eumolpo" di Antonio Tarantino allo squallore emarginato di "Tra scuola e bordello" di Marco Palladini, al lucido ed eclettico entertainment in latino maccheronico di "Quartilla" di Letizia Russo, al simposio libertino e malinconico de "La cena del nulla" di Verdastro-Macaluso, fino al quinto episodio dell' apocalittica e barbara deriva di "Nell' anno di grazia post naufragium" di Lina Prosa, questo polittico è una struggente, forte collezione di misteri e di spettri del nostro inconscio”.

La Repubblica, 29 aprile 2012, Rodolfo Di Giammarco

  

'SATYRICON' DI PETRONIO maratona contemporanea

“Appuntamento denso, intelligente, sfaccettato e sfacciato, la generosa maratona del Satyricon, una visione contemporanea ideato e diretto da Massimo Verdastro con più autori Doc che si sono ispirati al "Satyricon" di Petronio, con cinque capitoli programmati tutti assieme da stasera a domenica al Vascello. ….. Un gran progetto, davvero.”

La Repubblica, 27 aprile 2012, Rodolfo Di Giammarco

 

SATYRICON UNA VISIONE CONTEMPORANEA – CAPITOLI  IV E V

“……uno spettacolo sorprendente, fascinoso, visivamente suggestivo, ironico e melanconico, con punti di vista originali e soggettivi ma assolutamente condivisibili.”

Teatri online, 23/04/2012, Velia Viti,  http://www.teatrionline.com

 

SATYRICON UNA VISIONE CONTEMPORANEA – CAPITOLI  I, II, III

“Con estrema soddisfazione ci ritroviamo finalmente ad assistere ad uno spettacolo sorprendente, perché troppo spesso capita di sedersi a teatro e profetizzare con esattezza, dopo i primi cinque minuti dall’apertura del sipario, l’intero piano di regia della messinscena, che dall’inizio alla fine non subisce alcuna evoluzione, non introduce alcun nuovo elemento, non ridesta mai l’attenzione del pubblico che fisiologicamente viene a calare. Con i primi tre episodi del “Satyricon” accade l’esatto contrario: è uno spettacolo che sale continuamente, perchè cattura scena dopo scena lo spettatore in modo progressivo seguendo un percorso preciso. I primi segnali, i videoritratti degli attori e la performance pittorica dal vivo di Silvio Benedetto, sono infatti di forte impatto visuale, essenziali ed accattivanti; nei dialoghi fra Eumolpo e Encolpio si passa poi a una riflessione più concettuale, complessa, ma appena questo momento rischia di diventare “faticoso” per il pubblico di nuovo entra il dinamismo scenico dei continui spostamenti dei tre giovani protagonisti, dalla Scuola di Retorica di Agamennone a un bordello, e poi a un alberghetto; l’ultimo episodio, il più grottesco, comico, estremo dei tre, la vendetta delle sacerdotesse del dio Priapo guidate da Quartilla, con i suoi trasformismi, apparizioni, invenzioni surreali, è un vortice trascinante, una girandola colorata che chiude la prima parte dello spettacolo. Perfetta è la fusione fra parola e azione scenica che agilmente avvicina lo spettatore da una parte all’opera di Petronio, nonostante la sua complessità sia per i contenuti che per la distanza temporale che ci separa dal suo autore, e dall’altra a un’interpretazione originale e punti di vista assolutamente contemporanei e coinvolgenti, facendone uno spettacolo usufruibile da chiunque. Da porre in particolare rilievo il lavoro sulla lingua scenica che, da un italiano corretto, risale poi a un latino maccheronico, passando per il romanesco di Pasolini, del Belli e delle moderne periferie.”

Teatri online, 17/04/2012, Velia Viti,  http://www.teatrionline.com

 

QUEL SATYRICON COSI’CONTEMPORANEO

Del Satyricon di Petronio questo progetto ideato e diretto da Massimo Verdastro  mantiene lo spirito dissacratorio e insolente, le immagini grottesche, parodistiche, sottoposte a una meticolosa operazione all’ingrasso. Mantiene la lingua babelica infarcita di volgarismi, sgrammaticature, idiomi dialettali e doppi sensi e una sorta di immunità dalle moraleggianti derive a cui è esposta una lettura contemporanea. Tra ladri da quattro soldi, mediamente istruiti, megere, fattucchiere, amanti bambine, pedagoghi smaniosi di consumare al riparo dai curiosi, ogni sottolineatura sarebbe pleonastica. E allora meglio lasciare che il comico prenda il sopravvento….”

Europa, 19 aprile 2012, Alessandra Bernocco



SATYRICON

“…A questa magnifica visione contemporanea partecipa anche un’equipe di creazione interdisciplinare, arricchendo di video, pitture murali, scene e costumi, coreografie, canti e performance l’interessantissimo progetto che racchiude con grande sagacia, notevoli capacità performative e intensa forza espressiva, l’esperienza umana…..Splendida e ottimamente interpretata la reinvenzione della sacerdotessa di Priapo: tra lazzi e sberleffi, bizzarrie e oltraggi, attraversa il tempo con un latino maccheronico per punire in ogni dove i profanatori dei riti orgiastici di Priapo….Il Teatro Vascello, teatro stabile d’innovazione, ospita questo interessante progetto di incontro tra la stabilità dei classici delle culture lontane e l’incessante vitalità della creatività contemporanea, che reinventa e rinnova la drammaturgia dei nostri giorni.“  

teatroteatro.it, 2012, Valentina Carrabino, http://www.teatroteatro.it 

 

 SATYRICON : UNA VISIONE UMANA, MAGNIFICAMENTE TROPPO UMANA.

“La prima domanda che si potrebbe porre ai realizzatori dello spettacolo Satyricon: una visione contemporanea è incentrata sul grado di “incoscienza” impiegata come ingrediente, se non principale, quantomeno determinante, nella rielaborazione, in chiave drammaturgica, di una pietra miliare della letteratura latina come il Satyricon di Petronio.Una buona dose di freschezza e, come recita il titolo, di autentica contemporaneità ha infatti consentito di superare il temibile ostacolo di un confronto con l’illustre precedente cinematografico felliniano del 1969 e con versioni odierne, in costume, al limite dell’imitazione pedissequa dell’originale romanzo. Nella trasposizione delle vicende dei protagonisti all’altezza del XXI secolo, …(si preserva),  come nel modello originario, il perpetuo stato di creazione di “un romanzo in forma di satira menippea” in cui peripezie, persecuzioni, pericoli, travestimenti ed agnizioni si moltiplicano adattandosi a nuovi codici visivi, linguistici, gestuali ecc…..”

Sonar 27/04/2012, Mariangela Imbrenda, http://www.sonarweb.it

 

SATYRICON

“…Ciò che caratterizza questa rivisitazione teatrale del Satyricon non è certo la fedeltà al testo, impossibile visto che l’opera appartiene al genere letterario del romanzo, ma spicca l’intelligenza acuta con cui i contenuti di Petronio sono stati attualizzati e trasferiti in fatti e situazioni del mondo contemporaneo…..Lo spettacolo attira l’attenzione del pubblico e ne stimola la riflessione grazie all’attualità dei temi e dei riferimenti al mondo contemporaneo, allo stesso tempo incanta la platea con costumi e scenografie. Il progetto Satyricon, creato da Massimo Verdastro e da tutti i registi che hanno collaborato con lui, rivela nella sua complessità estetica e semiotica, la lavorazione stratificata di cinque anni di studi e sperimentazioni che ha portato alla creazione di questo “kolossal da camera”, uno  spettacolo imponente, assolutamente da non perdere.”

Teatro.Org, 2012, Debora Bora, http://www.teatro.org

 

SATYRICON: L’IMPERO COLPISCE ANCORA

 “Movimenti quasi impercettibili di volti imprigionati nel video accolgono lo spettatore in sala. La relazione è subito instaurata. Uno sguardo vivo, mobile, come quello che alcuni capolavori su tela sembrano restituire a chi li guarda. Siamo nella pinacoteca di Eumolpo e sette attori incorniciati sono altrettante opere d’arte. L’arte rende belli, nessuno vuole consegnarsi all’eternità con il broncio. Ma la bellezza classica è trascorsa; l’età dell’oro, se mai realmente esistita, è ormai al tramonto. Venere ha perso un occhio; dal suo piedistallo canta, ma la sua voce si fa gracchiante come un grammofono rotto. Il clima da basso impero dell’opera di Petronio si insinua nel contemporaneo, trovando un ambiente favorevole che permette di realizzare una rilettura che non tradisce l’originale, pur trasformandolo e trasportandolo attraverso secoli di storia e di storie che finiscono per richiamarsi in maniera quasi naturale e inevitabile. Il lavoro della Compagnia Verdastro Della Monica ripropone alcuni episodi del Satyricon, elaborando cinque momenti teatrali (capitoli).Ognuno, ri-scritto da un autore diverso, propone un’interpretazione personale e dona allo spettacolo una varietà di linguaggi e stili che è propria del genere satirico….Un lessico cangiante: poetico, volgare e surreale va dal latino maccheronico, al romanesco del Belli, ad una neolingua fatta di abbreviazioni comprensibili solo agli iniziati, quei giovani che nella foga di risparmiare tempo finiscono con il non aver nulla da fare. Lo spettacolo procede con un ritmo incalzante, e con il terzo capitolo ci troviamo scaraventati nel tempio di un curioso dio Priapo. Si alternano e si incontrano sulla scena una galleria di personaggi grotteschi che prendono lo spettatore e lo trascinano in un vortice delirante e colorato, per poi uscire di scena in parata da circo, levare le tende e sparire. La messa in scena è essenziale ma suggestiva e, attraverso pochi elementi scenografici, riesce ad ottenere un forte impatto visivo. Una decadenza amaramente ricca di arguzie è resa in maniera impeccabile dagli attori che riempiono il palco con le loro voci, i loro corpi ed una capacità di interagire tra di loro e con il pubblico davvero interessante.”

Pensieri di cartapesta per una critica militante, 26/04/2012, Claudia Romito, www.pensieridicartapesta.it

 

UN CLASSICO RIVISITATO

Dopo averlo sezionato in cinque capitoli indipendenti, la compagnia Verdastro Della Monica ricostruisce il Satyricon di Petronio attraverso una messa in scena che ne restituisce "una visione contemporanea", raggruppando i primi tre e gli ultimi due capitoli. Risultato ne è un'opera che, senza distaccarsi dai contenuti originali, li estrapola e traspone in una dimensione attuale. …Dopo aver trattato temi quali l'istruzione, la guerra, la corruzione, la disoccupazione nei primi due capitoli, (rispettivamente "La pinacoteca di Eumolpo" di Antonio Tarantino e "Tra scuola e bordello" di Marco Palladini), è nel terzo, "Quartilla" di Letizia Russo, che si raggiunge l'apice dell'eccesso, fra esuberanza e dissacrante vis comica, grazie anche alla trovata di recitare tutta la parte della poco spartana sacerdotessa in latino maccheronico….Il lavoro della compagnia Verdastro, lungi dall'esibizione di una volgarità gratuita, nonostante la lascivia contenutistica, riesce nell'intento di far respirare aria nuova ad un'opera che nella sua irriverenza trova la forza di una modernità senza tempo.” 

Recensito, 24/04/2012, Natalia Patruno, http:// www.recensito.net

 

AL VASCELLO LA RILETTURA MODERNA DI UN’OPERA ANCORA ATTUALE

Una Roma pasoliniana, educatori che hanno perso il loro ruolo, sacerdotesse in abiti sadomaso, giovani dal linguaggio incomprensibile, il tutto condito da un tocco di malinconia che con lo scorrere del tempo lascia spazio alla comicità più sfrenata: è il Satyricon in scena al teatro Vascello fino al 29 aprile, progetto nato dalla compagnia Verdastro-Della Monica, dal forte impatto visivo e contenuti quanto mai attuali. Si passa dalla malinconia struggente alla risata aperta, in questo Satyricon. Dalla riflessione amara sulla decadenza dell’arte, impreziosita dalle performance pittorica e canora di Silvio Benedetti e Francesca della Monica in La pinacoteca di Eumolpo, a quella su una lingua che cambia, colonna portante del secondo episodio. In questa strana Babele i giovani parlano il linguaggio degli SMS, il professore quello del marketing, nel bordello una maitresse sciorina un sensuale dialetto emiliano, e ai protagonisti è riservato il romanesco del Belli, una lingua fuori dal tempo, come fuori dal tempo sono le loro idee e i loro valori. Nel terzo episodio, per il quale una nota di merito va a una spumeggiante Tamara Balducci, la lingua imperante è invece un irresistibile latino maccheronico...
Una riflessione sulla società contemporanea in crisi, sull’arte che non assolve più al suo compito, su un mondo alla rovescia in cui gli uomini si fanno la guerra spartendosi le fette del mondo. Per sopravvivere non resta che riderci su. Una risata amara, com’era quella di Petronio, e com’è quella del suo Satyricon”

T-MAG il magazine di Tecnè, 18/4/2012, Veronica Adriani, http://www.t-mag.it

 

SATYRICON UNA VISIONE CONTEMPORANEA

“……La pluralità di voci e di registri stilistici che caratterizza la versione originale del Satyricon viene mantenuta nella rivisitazione che ne fa Verdastro, sia attraverso la scelta di coinvolgere autori diversi per la stesura della nuova drammaturgia, sia mediante l’adozione di espedienti linguistico-formali che prevedono l’alternarsi di un latino maccheronico alla proiezione di stralci di testo originale sullo schermo retrostante agli attori, così come l’avvicendarsi di monologhi e scene corali.Frutto di un lavoro attoriale e di regia di indubbia sostanza, questa Visione Contemporanea del Satyricon non fa sconti allo spettatore offrendogli, in cambio di un robusto ascolto attivo, l’opportunità di riflettere con sguardo critico sulla civiltà e sulla società.”

Taxi Drivers, 04/05/2012, Manuela Materdomini, http://www.taxidrivers.it

 

LUSSURIA una  visione contemporanea tratta dal Satyricon di Petronio

“….Uno show intermediale con saltimbanchi, artisti visivi, cantanti lirici; per dare vita ad un testo ricco del contesto letterario di un’opera che fa il verso all’egoismo dell’uomo replicando se stessa a dispetto del tempo trascorso. Una testimonianza di questo “misfatto storico” è Quartilla (sacerdotessa del dio Priapo), personaggio-principe di un significativo segmento della pièce (o capitolo come lo chiamano convenzionalmente gli autori), che sopravvive alle epoche senza invecchiare (e morire); un singolare quadro scenico di eccellente qualità grazie anche all’ottima interpretazione di Tamara Balducci. …

Il linguaggio politropico della rappresentazione testimonia una “contaminatio poetica” utilizzata come arma puntata alla tempia degli spettatori, cavie inconsapevoli di una macchinazione ordita da teatranti “blasfemi” che dileggiano chi assiste alla loro recita…..

I riti orgiastici, la lussuria, le violenze dei protagonisti, sono il paradigma di un disagio da cui è difficile fuggire. Questo Satyricon è un capolavoro che non si riconosce a prima vista (come direbbe Ezra Pound) animato dallo stesso Verdastro – nei panni di Eumolpo, Trimalcione, Fortunata –, e da Alessandro Schiavo, Luigi Pisani, Giuseppe Sangiorgi, Andrea Macaluso, Marco De Gaudio, Giovanni Dispenza, Valentina Grasso, Giusi Merli e la già citata Tamara Balducci, un’attrice di talento che tira le fila di un pericoloso gioco egolatrico. L’action painting è di Silvio Benedetto, le scene e i costumi di Stefania Battaglia.

Teatrofax.it filo diretto con il palcoscenico, RECENSIONI - 16 aprile 2012, Gianfranco Quadrini, http://www.teatrofax.it

 

VISIONI CONTEMPORANEE

Il Satyricon di Petronio, l’opera-specchio che sconvolse la Roma del primo secolo d.C., continua a sorprendere la città eterna del secondo millennio….. Una rilettura che ha il pregio di far dialogare diverse realtà drammaturgiche e artistiche che in modo diverso, guidate dall’atmosfera magica dell’universo petroniano, intraprendono un viaggio nella babele delle lingue del presente…. L’impronta post-moderna si palesa nelle scenografie arricchite da opere video, oggetti minimali ma fortemente evocativi…..” 

Persinsala, rivista di Arte e Teatro, 16/0472012, Daria Bellucco, www.persinsala.it

 

 AL VASCELLO UN “SATYRICON” CONTEMPORANEO
L’opera di Petronio è “posseduta” da un gruppo di drammaturghi italiani in un progetto ideato e diretto da Massimo Verdastro.
Una versione pop che ricrea l’aurea moralmente disdicevole voluta dall’autore latino…E lo spettatore non potrà che confermare il senso del progetto. L’opera di Petronio, infatti, rivoltata molto meno di quello che si potrebbe pensare a prima occhiata, assume non solo una veste moderna - venendo “posseduta” da un gruppo di autori capaci di tirarne fuori un’anima contemporanea - ma incarna alla lettera le intenzioni di Petronio: diventa atto di accusa, punta il dito contro il decadimento morale e la licenziosità dei costumi e della società che ci circonda, mettendo in evidenza anche la stoltezza di colui che cerca di sfuggire alla morte in una corsa sfrenata contro il tempo.”

Momento-sera, quotidiano di informazioni, 14-04-2012, Ross Di Gioia, www.momentosera.it

 

SATYRICON

“…Massimo Verdastro porta in scena il prosimetro suddiviso per capitoli, dando risalto ai piaceri che diventano vizi: dall’amore per l’arte all’ossessione per il sesso, passando per la beffa ed arrivando ai lamenti. La satira di un tempo diventa oggi un j’accuse nei confronti degli inarrestabili stupidi, dei creduloni e degli istigatori alla credenza e alla miscredenza. Fil rouge che collega gran parte dell’opera è il linguaggio, adoperato magistralmente, satiricamente e violentemente soprattutto nella “Quartilla”, dove il Latinorum tanto temuto alle scuole superiori improvvisamente e naturalmente si rivolge a noi come una lingua madre, che attraverso il suo enorme vocabolario estroso e birichino si prende gioco di chi si crede forte e immortale per scendere dal piedistallo e imparare qualcosa, imparare a rispettare un po’ tutto: le persone, le cose, la natura, se stessi. La satira per eccellenza è qui, fate un salto e poi ne riparliamo nei prossimi capitoli…”

Il mio Lazio,  recensione di Eleonora D’Amico, www.ilmiolazio.it

 

 

 

ESTRATTO RECENSIONI DEBUTTI SINGOLI CAPITOLI

 

ANTICHI EROTOMANI CON SATYRICON & C.

 “La Pinacoteca di Eumolpo ha la caustica lingua di Antonio Tarantino e a Fabbrica Europa c’è il prologo di Luca Scarlini per una Guardiana-Criside che introduce cori audaci e blitz canori (Francesca della Monica) e pittorici (Silvio Benedetto), dando bene la parola a Encolpio (Giuseppe Sangiorgi) e al pedagogo Eumolpo, un retorico erotomane di cui Verdastro fa un gioiello”.

La Repubblica, 1 giugno 2009,  Rodolfo di Giammarco

 

LA PINACOTECA DI EUMOLPO

 “E’ una di quelle produzioni che fanno bene al teatro perchè, soprattutto in tempi di ristrettezze economiche, la tentazione di un teatro di testo tout court è ritenuta da molti un’irresistibile trend e quindi sposata senza esitazioni. “La Pinacoteca di Eumolpo” va invece oltre, dimostrando che un teatro visto come sintesi ed esaltazione delle arti è ancora  un’effettiva (e irrinunciabile) esigenza espressiva contemporanea”. 

Scanner, 2009, Giovanni Ballerini http://www.scanner.it

 

“…………visionario, erotico, raffinato, il Satyricon della Compagnia Verdastro della Monica”.

La Repubblica, 12 maggio 2009, Roberto Incerti

 

 

ENCOLPIO ED ASCILTO COME VITELLONI FELLINIANI

“Marco Palladini e Letizia Russo riscrivono le pagine iniziali di questa straordinaria favola dell’antichità in cui si esalta la pulsione sessuale, la fantasia erotica e soprattutto il diritto al piacere in tutta la sua disperata vitalità.

Così in Palladini, poeta e drammaturgo, artista poliedrico che si esprime su piani molteplici, con una vocazione particolare alla contaminazione, la Roma di Petronio diventa quella di oggi “zozza e mignotta” in cui Encolpio ed Ascilto assomigliano ai vitelloni felliniani, forse meno superficiali ma certamente più ignobili, “figli della grande zoccola che si chiama mamma Roma”. ….Una satira-satura come la definisce l’autore che si fa materia di un teatro di grande vitalità a riscattare queste esistenze vuote e disperatamente inutili. In una messinscena che accompagna con appassionato furore le acrobazie linguistiche e il ritmo compulsivo della scrittura.

Un piccolo capolavoro di equilibrismi linguistici è la riscrittura di Letizia Russo in un latino maccheronico di pura invenzione per raccontare Quartilla, inflessibile sacerdotessa del dio Priapo. Che qui veste i panni di una donna crudele e bizzarra  tra il divino e l’umano che attraversa il tempo senza invecchiare mai, determinata a punire i profanatori del Dio. E i malcapitati Encolpio, Ascilto e Gitone  pagheranno il prezzo del loro involontario sacrilegio. E come nel precedente capitolo la geniale direzione di Verdastro, l’impegno e la passione di tutti i collaboratori e la straordinaria performance degli interpreti hanno dato vita a uno spettacolo divertente, coloratissimo, originale e con un fondo di sottile malinconia.

Le reti di Dedalus, Titti Danese, http://www.retididedalus.it

 

TRA SCUOLA E BORDELO E QUARTILLA

“Il testo di Marco Palladini è sferzante, percorso da un senso di deriva, in bilico tra incanaglimento e malinconia, che la messa in scena amplifica con lampi di intensità. Massimo Verdastro, in questo nuovo lavoro si rivela in grande spolvero, capace di  calibrare e tenere saldamente sotto controllo i molteplici piani e registri espressivi, facendo leva su una scrittura che procede per quadri fortemente distinti, diretti con ritmo incalzante, anche nei contrasti omoerotici, e  impaginati con la cura di uno story board, grazie alle atmosfere visuali, flessibili e incisive ma mai soverchianti, di Stefania Battaglia.”   

“Recitato interamente in latino maccheronico, da un’eroica ed esilarante Tamara Balducci, in tandem con il piroettante Priapo di Giovanni Dispenza (attrezzato di un lungo e flessuoso fallo che maneggia con destrezza da giocoliere) solo con qualche sporadico controcanto in italiano da parte dell’invasata Ancilla Ancillae Psiche (Giusy Merli), il  secondo episodio del dittico petroniano decolla da subito su ritmi esuberanti,  regolati da schiocchi di frusta e dall’aprirsi e chiudersi di tre grandi porte che moltiplicano apparizioni e trasformismi.

Grazie a piccoli-grandi colpi di scena, invenzioni paradossali nei costumi e negli oggetti di scena, ad ammiccamenti fumettistici e circensi, l’espiazione del sacrilegio dei tres guardones…..non scade mai in un banale festino carnale. La maestria di Verdastro e soci nello scandire dinamiche e vocalità,  alimentata da una coralità interpretativa eccellente, conduce la scrittura della Russo ad un esito di straordinaria freschezza e vitalità, che riesce a tenere sempre alta l’attenzione del pubblico, regalandogli momenti di vera comicità.” 

Scanner, 2010, Giovanni Ballerini http://www.scanner.it 

 

SATYRICON A PUNTATE

“Il risultato, sorprendente per freschezza espressiva, coinvolge con spunti e provocazioni che si susseguono con grande ritmo, svelando un’indagine a più voci (matura, mai banale) sulla contemporaneità. Si passa dal livore delle periferie, agli acronimi  gelidi e tumultuosi degli sms, dal calore circense all’immediatezza del dialetto bolognese, dalla lingua del Belli alle canzoni di Gabriella Ferri e Spandau Ballet, dall’elettronica a Satie…l’illuminata regia di Verdastro, ha creato suggestioni e ambientazioni ideali per incastonare nello spazio e far librare le narrazioni con riferimenti alle arti visive, alle tribù giovanili di oggi, alla latinità, alla Roma borgatara, alle periferie di pasoliniana memoria. Protagonisti sul palco di questa alchimia delle arti sceniche un folto e reattivo gruppo di attori che hanno recepito con l’attualità del romanzo antico e valorizzato le diverse materie verbali degli autori”

Hystrio, 4/2010, G. Ballerini 

 

A  CENA DA TRIMALCIONE IL NICHILISMO E’ SERVITO

“La  specchiante moltiplicazione di scorie della scena-installazione di Stefania Battaglia trasforma il cortile del Museo Nazionale del Bargello di Firenze  in una sorta di enorme quadro-trappola alla Daniel Spoerri. Per la “La cena del nulla”, Massimo Verdastro ha messo in opera un serrato confronto con il romanzo antico, che si esalta con l’innesto di  uno spregiudicato gioco di rimandi, da Virgilio a Eliot,  e di due  preziosi contributi scritti ex novo da Letizia Russo e Magdalena Barile.

Verdastro (anche regista della pièce), è lo sfavillante interprete di un Trimalcione  tanto carnale quanto riflessivo, folgorato da reminescenze classiche che trascolorano in esilaranti frammenti del Nerone petroliniano, per poi scoprirsi anfitrione del nulla, angosciato dalla caducità della vita. Con imprevedibile sdoppiamento finale nella serva arricchita e moglie Fortunata, seno di paillettes, calze a rete e pirotecnico monologo in romanesco spinto di Letizia Russo, per uno scanzonato ritratto della prima donna manager della storia.”

Hystrio 4/2011, Giovanni Ballerini

 

“….Il cortile del Museo del Bargello è diventato un luogo decadente, post felliniano. L’episodio della cena rivive tra farsa e melanconia, con un Trimalcione il cui esibizionismo richiama il mondo di oggi che vediamo riflesso non più in uno specchio, ma nella finestra della televisione. La stessa presenza della Moroni è una metafora che mostra come la TV soppianti e invada in maniera brutale la bellezza del teatro ”.

La Repubblica, 18 giugno 2011, Roberto Incerti

 

NELL’ANNO DI GRAZIA POST NAUFRAGIUM

“Il progetto è sicuramente ambizioso. Ma ogni tassello che si aggiunge alla realizzazione di un unicum spettacolare lascia pensare che il lavoro di riscrittura e di messinscena del satirico di Petronio ad opera della Compagnia Verdastro della Monica sia davvero un esempio di teatro riuscito, completo ed efficace. Dal sapore contemporaneo che reinventa di volta in volta una tradizione per costruire il disequilibrio e scoprire insieme allo spettatore un percorso dell’arte scomodo, dove gli attori trovano la forza espressiva nelle loro azioni, ma anche in una struttura impeccabile di luci, drammaturgia musicale, scene e costumi. E’ così anche per il  quarto appuntamento del progetto,…. riscritto dalla drammaturga siciliana Lina Prosa che lo trasforma in un sublime racconto dell’anima in due quadri.

Un racconto difficile che nella sua incisiva delicatezza si cuce bene sui corpi degli attori, spogliati di tutto il superfluo, eccetto le parole e una scena di polvere e macerie. Quella del loro naufragio.”

Hystrio 2/2011, Claudia Brunetto

 

LUSSURIA E IGNORANZA Verdastro racconta il declino

“Riscrivere un Satyricon contemporaneo come un sarcastico mosaico sul disfacimento della nostra epoca. Ricalcando gli aspri umori di Petronio che nel suo romanzo picaresco, intriso di umorismo ed erotismo, irrideva il tempo corrotto di Nerone…… Campioni di lussuria e sregolatezza, di una giovinezza senza freni che si crede immortale, i due (protagonisti) ora smettono di fuggire dal vuoto dei loro giochi: la landa desolata che il mare gli ha proposto è un approdo di sgomento e di conoscenza, un tempo da cui ripartire dopo Trimalchiopolis. Dove l'irruzione del vecchio Eumolpo, esteta irriducibile e maestro di vizio e di superiore saggezza - interpretato impeccabilmente nel video finale da Massimo Verdastro con doloroso furore ed impietosa solitudine - segna il malinconico de profundis di una civiltà che agonizza in una risata lubrica: il desiderio della carne annega nel suo disfacimento e nell'impossibilità di ogni spiritualità. Nella scena centrica di Stefania Battaglia e con le sorprendenti luci di Marcello D'Agostino, si disimpegnano molto bene gli attori Francesco Bonomo, Daniel Dwerryhouse e il Mercurio nudo danzante, un po' pasoliniano, in dialetto siciliano di Giuseppe Sangiorgi.

La Repubblica, 21 ottobre 2010, Guido Valdini

 

NELL’ANNO DI GRAZIA POST NAUFRAGIUM

“Uno spettacolo di rara intensità, complice anche un’incisiva drammaturgia musicale (che distilla le tensioni di una società alla deriva, funestata da presagi di morte ma non priva di bagliori di vitalismo, minacciata dalla fine più che alla sua fine….Di grande impatto anche le scelte spaziali di Stefania Battaglia che, in sintonia con il regista, ha ambientato su un infossato palco – deriva incrostata di elementi terrosi - la scena del naufragio e stigmatizzato i costumi come esili armature del dopo bomba. I due giovani protagonisti Encolpio (Daniel Dwerryhouse) e il suo amante Gitone (Francesco Bonomo) danno un’ottima prova d’attore, aderendo con duttilità penetrante allo stile impervio della scrittura di Lina Prosa…..Insuperabile il Massimo Verdastro versione video-attore, che chiude con il monologo del vecchio poeta Eumolpo, virtuoso atleta della parola.”

Scanner, 2010, Giovanni Ballerini http://www.scanner.it